
Dislivello 750 m. Altezza max 2.450 m.
Escursione per tutti
Periodo migliore: Primavera, estate e autunno.
Escursione sulle tracce della prima guerra mondiale lungo un tratto del Sentiero della Pace
Iniziamo l'escursione dal parcheggio prima dell'abitato di Palla, raggiungibile da Pieve di Livinallongo, percorrendo una stretta strada asfaltata che diparte dal centro del paese verso nord.
Nel villaggio, durante la prima guerra mondiale c'era la sede del comando della brigata di fanteria Calabria.
Lasciata l'automobile, proseguiamo per brevissimo tratto sulla strada asfalto fino all'inizio della stradina sterrata a sinistra.
La ex strada militare ( seg. 21 ), sale con dolce pendenza tra il fitto bosco di abete rosso. Alcune scorciatoie ben segnate abbreviano il percorso.
Raggiunto il rifugio Alpini ( chiuso ), si prosegue lungo la strada forestale o lungo le brevi scorciatoie.
Proseguendo, al fitto bosco di abeti si sostituisce il rado bosco di larice, perciò si inizia a godere del fantastico panorama che ci si offre a sud dove possiamo vedere il Monte Civetta, la Valle del Cordevole e il Lago di Alleghe ed il ghiacciaio della Marmolada.
Siamo quasi alla fine della strada sterrata, raggiunta la radura con panchina in località "Le Fontane ", si esce dalla zona alberata, c'è una fontanella da cui conviene attingere acqua fresca, poiché più a monte non si incontreranno altre sorgenti.
Il panorama che si gode da questa posizione è splendido: da ovest verso est si possono vedere il Lagazuoi (m 2778), la Tofana di Mezzo (m 3244), la Tofana di Rozes (m 3225), la Croda Negra (m 2518), l'Averau (m 2649), il Nuvolau (m 2574), la Gusella (m 2595), la Croda da Lago (m 2701), i Lastoi de Formin (m 2657), il Monte Pore (m 2405), il Monte Pelmo (m 3168), il Monte Civetta (m 3220), il Monte Fernazza (m 2100), il Monte Migon (m 2312), la Marmolada (m 3343).
A nord si intravede la meta della nostra escursione, il Col di Lana (m 2452).
Il sentiero è quasi pianeggiante e si notano le tracce delle trincee austriache, le buche delle granate ed i camminamenti.
La pendenza si fa subito più accentuata e in breve ci si trova a dover affrontare un tratto abbastanza ripido, superato il quale si prosegue fino ad un picco roccioso denominato " Cappello di Napoleone ".
Adesso si sale a zigzag sul sentiero molto ripido ma la vicinanza con la meta, che vediamo li in alto, ci da la forza di proseguire.
Fermarsi e riflettere è il minimo che si può fare in memoria di quei giovani italiani ed austriaci che qui hanno lasciato la loro vita per la patria.
Pochi passi e raggiungiamo la cima del Col di Lana con la sua grande croce di legno fabbricata da un soldato italiano.
L'isolamento del Col Di Lana rispetto agli altri gruppi dolomitici circostanti fa si che dalla cima si possa godere di un immenso spettacolare panorama assolutamente indescrivibile. Da qui, si vedono le montagne dell'Austria e la maggior parte delle più importanti cime dolomitiche.
Sul versante orientale, appena sotto la cima, là dove si vede l'enorme cratere scavato dalla mina fatta brillare il 18 aprile 1916 durante la Grande Guerra, quando quassù si sono affrontati lungamente e cruentemente popoli e genti della montagna, c'è un monumento eretto nel 1995 con iscrizioni in tre lingue: italiano, tedesco e ladino.
Non si può sostare su questa montagna senza riflettere su quanto è successo durante il tentativo di conquista della vetta da parte dell'esercito italiano durante la prima guerra mondiale. In quei pochi mesi sul Col Di Lana morirono circa 8.000 uomini, la maggior parte giovani e circa 10.000 rimasero feriti.
Come tante battaglie combattute in quel triste periodo, la conquista del Col Di Lana da parte dell'esercito italiano non ha prodotto nessun vantaggio strategico e con la rotta di Caporetto la cima è stata abbandonata nel 1917.
Il ritorno sullo stesso itinerario dell'andata.
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